Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
Bertoldo non era che un povero contadino ignorante e logorato dagli stenti e dalla fatica, perché certo la cultura può diffondersi in quelle civiltà che hanno raggiunto un minimo di benessere materiale: è necessario non essere oppressi dalla fame per apprezzare la bellezza della natura ed aver voglia di conoscere qualcosa che non sia commestibile.
Bertolodo è furbo: le ideologie con le loro promesse gli fanno un baffo, conosce e riconosce i raggiri che uomini di corte e preti ordiscono per il suo danno ed il proprio tornaconto.
Riesce a cavarsela sempre: è abile a difendersi dagli altri, ma ciò che infine lo uccide è l'opulenza viziata della corte del re. Quel cibo raffinato lo avvelena.
L'umanità non ci fa una bella figura: egoismo, invidie, imbrogli o dabbenaggine e stupidità.
Il mondo è diviso in forti e deboli, dritti e stupidi, furbi e creduloni ... e ciascuno si sforza solo di salvare se stesso e prevalere sugli altri.
E però Bertoldo, a dispetto di tutto questo, ha coraggio (non teme di disubbidire al re ed infatti viene condannato a morte) ed è solidale con chi è in difficoltà (offre i propri servigi senza tornaconto alla principessa) e, soprattutto, è simpatico (riesce sempre a strappare la risata che sdrammatizza ed alleggerisce qualsiasi situazione).
Certo sotto il profilo oggettivo Bertoldo, in quanto povero contadino, è un proletario, ma (come molti nelle sue condizioni) sotto il profilo soggettivo si adopera per accumulare beni che restino di sua proprietà (ovvero conservarsi vivo e mettere insieme il pranzo con la cena per sé ed i familiari) anche ricorrendo all'imbroglio di qualcuno meno arguto di lui ed associandosi alla truffa del potente (il prete).
Insomma non ha sviluppato coscienza di classe, voi mi direte, e non posso che darvi ragione!
Il fatto che muoia non è rilevante, perché tanto a questo mondo muoiono tutti, ma l'inghippo è che muore avvelenato dall'opulenza che è riuscito a guadagnarsi. Ironia della sorte ...
Verrà la fine del mondo? La profezia dei Maya incombe!
Il modello liberista è utopico e tende ad avvelenare se stesso: in effetti ha creato benessere in una metà del mondo, affamandone l'altra metà, non c'è da stupirsi se ora colonizza la parte vergine (quella affamata) perché conviene, dato che lì il lavoro costa meno ... da questo lato magari si condividerà un pò di fame, ma dopo?
E che dire del modello comunista internazionalista (universale praticamente): e chi mai potrebbe essere il grande Architetto, la mente che, prefigurando il fine, aggrega e sintonizza gli ingranaggi per far funzionare la macchina? Dio? Perché certo l'homo politicus fino ad ora non ha dato buone prove di sé.
Se proprio vogliamo essere scientifici: sia chiaro la vera scienza è quella empirica, la logica pura, la matematica sono solo funzioni dell'intelligenza e l'intelligenza è solo una funzione di adattamento alla realtà, pertanto, per definizione, non può trascenderla (la realtà!).
Mi chiedo cosa ne avrebbe pensato Bertoldo: a scanso di equivoci vado a precisare che si tratta di un personaggio un pò meschino e troppo volgare per poter godere delle simpatie di una attempata signora, qual io sono ...
Ma tant'è! Bisogna pur adattarsi per sopravvivere!
Magari facendo girare bene le rotelle e partendo da una analisi seria di questa realtà ( questa del 2012) magari con l'umiltà necessaria per disporsi a sperimentare soluzioni possibili non totalizzanti, non universali ...
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