Omosessualità: cosa cambia
La Francia sembra stia per approvare il diritto degli omosessuali al matrimonio ed all'adozione, negli Stati Uniti quest'argomento è stato uno dei cavalli di battaglia dei democratici.
Le sinistre sostengono i diritti dei gay in tutto il mondo occidentale, le destre li contrastano: sembra proprio sia diventato un affare politico.
Non ho detto una questione ideologica, perché "politico" ed "ideologico" non solo non sono sinonimi, ma di questi tempi sembrano avere anche, in buona misura, smarrito quel forte legame che una volta rendeva un'area politica ben connotata dalla sua ideologia.
Ai tempi delle prime battaglie per i diritti civili la mobilitazione era principalmente sostenuta dal movimento radicale, per chi lo ricorda, nelle grandi campagne referendarie per il divorzio e l'aborto.
Questi radicali poi che fine hanno fatto? Era un gruppo disposto a battersi per i diritti civili, con un cavallo di battaglia storico fondato nell'anticlericalismo e, tuttavia, di ispirazione liberista sotto il profilo politico ed ideologico: in altre parole di destra per ciò che attiene le concezioni economiche e di mercato.
Il liberismo ed il socialismo sono ideologie o, potremmo meglio dire al giorno d'oggi, linee di tendenza ideologiche che attengono principalmente all'assetto strutturale economico delle istituzioni statali e delle grandi aree produttive (quali industria, agricoltura, etc.) proponendo quindi una regolamentazione dei rapporti di lavoro, dei profitti, della "proprietà", dei diritti e doveri che appartengono ai diversi ruoli impegnati nel ciclo produttivo.
Naturalmente il risvolto economico in entrambe le ideologie rappresenta solo uno degli aspetti delle concezioni filosofiche sottese, ovvero un modo di pensare il mondo ed i rapporti umani tale da implicare una propria etica ed una propria visione delle caratteristiche e dei diritti dell'individuo.
Ora a me sembra che al di là della opinione personale che se ne possa avere (degli omosessuali, intendo) il matrimonio dei gay, ma anche il riconoscimento di status di nucleo familiare per persone conviventi non gay (le classiche sorelle o cugine zitelle e simili, per intenderci) possa tranquillamente essere sancito come diritto.
Il matrimonio civile non è che un contratto ratificato socialmente ed inteso, in linea di principio, a tutelare il/i soggetti più deboli presenti nel nucleo familiare.
Ora i radicali hanno, a suo tempo, dimostrato che è possibile sostenere un diritto civile tanto da destra quanto da sinistra: fondamentalmente, in questo caso, se uno volesse tradurre tutto (cinicamente) in termini di economia di potere politico si tratta di scegliere tra i voti condizionati dall'area di influenza della Chiesa e quelli del popolo gay: entrambi sembrano serbatoi ricchi di adesioni e consensi.
Al di là delle valutazioni finalizzate alla estensione della propria base elettorale, ritengo, tuttavia, che sarebbe corretto considerare il diritto civile in quanto tale, tenendo conto del fatto che è buona norma limitare l'area di diritto di un individuo o di un gruppo al confine dell'area di diritto di altri individui o gruppi: vale a dire che la libertà di qualcuno non può né deve ledere la libertà di altri ...
A cosa mi riferisco? Evidentemente al diritto di adozione per coppie gay: il discorso qui diventa estremamente delicato e coinvolge gli individui più deboli per eccellenza, cioé i bambini verso i quali qualsiasi società civile ha il massimo dovere di tutela.
Pier Paolo Pasolini pare che dicesse: "facciamo l'amore che non procrea": slogan più che valido in tema di controllo delle nascite.
Lo Stato Italiano fino ad oggi non riconosce il diritto di adozione neanche alle famiglie con un genitore "single". Per poter adottare bisogna che vi sia un matrimonio, se non erro anche con una durata superiore ai tre anni, e che le motivazioni e le competenze genitoriali della coppia che ne fa richiesta siano state valutate e considerate positive e valide da un team di specialisti.
Il discorso non è semplice da nessun punto di vista: sotto il profilo fisiologico, ad esempio, una coppia di lesbiche che desideri figli potrebbe riuscire ad averne tollerando l'eventualità di un rapporto occasionale con un esponente dell'altro sesso ed in questo caso il bambino non verrebbe sottratto alla madre naturale se non nei casi previsti per chiunque altro (abusi, maltrattamenti, trascuratezza grave, etc.).
Molto più difficile immaginare qualcosa di simile per il sesso maschile: ad una donna non è necessario raggiungere l'orgasmo per essere fecondata, una donna può anche non informare il padre biologico della sua gravidanza ed entrambe le cose non sono possibili per un uomo ...
Dal punto di vista etico e sul piano giuridico nascono infinite complicazioni: è certamente vero che la nascita è un caso ed esistono alcuni bambini che sono infinitamente meno fortunati di altri nelle loro famiglie naturali, ma è altrettanto vero che nel momento in cui la società decide di affidare un minore ha il dovere di sforzarsi di offrirgli il meglio per quanto attiene gli aspetti affettivi, educativi ed economici e quindi deve cercare di inserirlo in un contesto che ne garantisca la crescita armonica: il bambino dovrebbe avere modelli di riferimento e di identificazione adeguati, sentirsi amato ed accettato, oltre che fruire di buone relazioni di cura, etc.
Questo bambino dovrebbe riuscire a diventare una persona libera di scegliere chi e cosa vuole essere ...
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