Don Andrea Gallo: il vangelo degli ultimi.
25/05/2013
"In verità io vi dico: gli ultimi saranno i primi".
Gesù fu certo un rivoluzionario, ma pochi nella chiesa hanno avuto nei secoli la capacità di rimanere realmente fedeli alla rivoluzione di Cristo. Don Andrea Gallo è stato forse uno di quegli eletti: rivoluzionario per amore e vocazione, per spessore umano ed umiltà, ma soprattutto per la scelta dei valori che hanno ispirato il suo percorso di vita.
Era certo capace di obbedire come vuole la gerarchia della istituzione ecclesiastica e come, in parte, vuole l'umiltà che nasce dalla consapevolezza dei propri limiti umani, ma era tuttavia molto più capace di esporsi, trasgredire e schierarsi quando questo veniva fatto per amore, perché l'amore viene prima dell'obbedienza ...
La passione sincera per un qualcosa o qualcuno ci rende testardi nel perseguire un obiettivo anche contro coloro che rispettiamo ed ai quali per nostra scelta (n.d.r.) dobbiamo obbedienza: non ha mai rinunciato, infatti, al suo abito ed alla sua appartenenza alla chiesa Don Gallo, questa era una sua scelta (e sono in tanti a spogliarsi anche per motivi ben più futili) ma il suo qualcuno da amare erano gli ultimi di Gesù.
Per loro si è schierato contro i benpensanti ed ha lottato con loro tante piccole e grandi battaglie: li ha accolti ed ascoltati nella sua comunità, ha cantato con loro "Bella ciao" nella sua chiesa, ha chiesto la liberalizzazione delle droghe leggere ed una canna almeno, per protesta, l'ha fumata! Ha accolto gli omosessuali dichiarando di non condividere le posizioni ufficiali della chiesa, ha partecipato e si è espresso in ogni problematica sociale: sempre dalla stessa parte, quella degli ultimi e degli emarginati.
Tacciato di "comunismo" non ha risparmiato mai di mettersi in gioco come uomo e come sacerdote.
Oggi al suo funerale alla chiesa del Carmine a Genova, una folla immensa di fronte alla veste ufficiale della Chiesa, rappresentata dal cardinale Bagnasco, è esplosa in una breve, ma credo affettuosa, protesta: la folla ha cantato in coro "Bella ciao".
Qualcuno poi ha ricordato che era un sacerdote, accettava e rispettava la chiesa ed è tornato il silenzio:
le voci del canto ed i respiri del silenzio sono stati l'ultimo saluto.
"In verità io vi dico: gli ultimi saranno i primi".
Gesù fu certo un rivoluzionario, ma pochi nella chiesa hanno avuto nei secoli la capacità di rimanere realmente fedeli alla rivoluzione di Cristo. Don Andrea Gallo è stato forse uno di quegli eletti: rivoluzionario per amore e vocazione, per spessore umano ed umiltà, ma soprattutto per la scelta dei valori che hanno ispirato il suo percorso di vita.
Era certo capace di obbedire come vuole la gerarchia della istituzione ecclesiastica e come, in parte, vuole l'umiltà che nasce dalla consapevolezza dei propri limiti umani, ma era tuttavia molto più capace di esporsi, trasgredire e schierarsi quando questo veniva fatto per amore, perché l'amore viene prima dell'obbedienza ...
La passione sincera per un qualcosa o qualcuno ci rende testardi nel perseguire un obiettivo anche contro coloro che rispettiamo ed ai quali per nostra scelta (n.d.r.) dobbiamo obbedienza: non ha mai rinunciato, infatti, al suo abito ed alla sua appartenenza alla chiesa Don Gallo, questa era una sua scelta (e sono in tanti a spogliarsi anche per motivi ben più futili) ma il suo qualcuno da amare erano gli ultimi di Gesù.
Per loro si è schierato contro i benpensanti ed ha lottato con loro tante piccole e grandi battaglie: li ha accolti ed ascoltati nella sua comunità, ha cantato con loro "Bella ciao" nella sua chiesa, ha chiesto la liberalizzazione delle droghe leggere ed una canna almeno, per protesta, l'ha fumata! Ha accolto gli omosessuali dichiarando di non condividere le posizioni ufficiali della chiesa, ha partecipato e si è espresso in ogni problematica sociale: sempre dalla stessa parte, quella degli ultimi e degli emarginati.
Tacciato di "comunismo" non ha risparmiato mai di mettersi in gioco come uomo e come sacerdote.
Oggi al suo funerale alla chiesa del Carmine a Genova, una folla immensa di fronte alla veste ufficiale della Chiesa, rappresentata dal cardinale Bagnasco, è esplosa in una breve, ma credo affettuosa, protesta: la folla ha cantato in coro "Bella ciao".
Qualcuno poi ha ricordato che era un sacerdote, accettava e rispettava la chiesa ed è tornato il silenzio:
le voci del canto ed i respiri del silenzio sono stati l'ultimo saluto.
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