Insonnia ed infertilità maschile
Tutti sanno che una vita ed una alimentazione sana, una buona forma fisica e l'assenza di cattive abitudini (fumo, alcol e simili) nonché una buona qualità e durata del sonno notturno mantengono l'organismo in buona salute. Ora quando parliamo di organismo ci riferiamo proprio a tutti gli organi ed alle loro funzioni: per quanto riguarda il sesso maschile alcune condizioni incidono sulla fertilità, ovvero sulla quantità e qualità di spermatozoi contenuti nel liquido seminale: è abbastanza risaputo che condizioni che incidono sulla fertilità maschile sono il varicocele, poi il sovrappeso ed il fumo, ma recentemente l'insonnia e la cattiva qualità del sonno sono stati messi in relazione con una significativa riduzione della fertilità negli uomini.
Lo studio è stato effettuato da alcuni ricercatori della University Southern of Denmark e pubblicato nella rivista "American Journal of Epidemiology": l'autrice della ricerca Tina Kold Jensen esordisce spiegando che numerosi studi fino ad oggi hanno stabilito una correlazione tra qualità e durata del sonno con morbilità e mortalità, ma fino ad ora non era ancora stato effettuato uno studio che valutasse l'influenza del sonno sul liquido seminale.
Lo studio è stato condotto su 953 giovani danesi reclutati a Copenaghen, che avevano ottenuto l'idoneità alla leva militare tra il 2008 ed il 2011. Tutti gli uomini hanno fornito un campione di sperma, effettuato esami del sangue e risposto ad un questionario che includeva informazioni sui disturbi del sonno, la cui quantificazione è stata effettuata con l'utilizzo di un questionario standardizzato in versione sintetica (4 item) mirato a valutare il sonno nelle ultime 4 settimane. Il risultato dimostra che l'intensità dei disturbi del sonno è in rapporto di proporzionalità inversa con con la potenziale fertilità del liquido spermatico, valutata in base alla concentrazione, motilità e morfologia degli spermatozoi.
In particolare i soggetti con il sonno maggiormente disturbato ( punteggio > 50) presentavano una concentrazione di spermatozoi inferiore del 29% ed una normalità morfologica inferiore di 1,6 punti percentuali. La ricercatrice ritiene che lo studio vada approfondito soprattutto per verificare se il ripristino di un sonno normale riesca poi a migliorare la qualità dello sperma dei "cattivi dormitori".
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